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domenica 11 novembre 2012

Milena Giziak

Milena Giziak, Slovena di Vertoiba, frazione del comune di Gorizia.

Fu arrestata con tutta la famiglia nel settembre 1942 perché aveva un fratello partigiano, rinchiusa in carcere (aveva solo 13 anni!) fino al marzo 1943, con cibo scarsissimo, così ricorda il suo internamento a Le Fraschette: Il Campo Le Fraschette era collocato in una conca disabitata, circondata 
da monti. Eravamo quasi solo donne. Il vitto era impossibile: un mestolo di brodaglia e un etto di pane al giorno e non vi era solo il problema della scarsità, ma anche quello della sporcizia rivoltante dei luoghi dove il cibo veniva preparato. Molti ricevevano dei pacchi dai parenti, ma noi non avevamo nessuno che ci potesse aiutare. Spaventose soprattutto le condizioni delle croate e delle greche, alle quali non arrivava mai nulla, tanto da essere costrette ad aggirarsi attorno ai bidoni della spazzatura della cucina, onde recuperare bucce di patate e qualche altro scarto. Nel complesso posso dire che il comportamento del Comando era corretto, non animato da ostilità verso le recluse. Il 25 luglio che aprì le carceri a tanti detenuti antifascisti, passò per noi inosservato. È soltanto dopo l’8 settembre 1943 che, verificatasi la fuga dei militari di guardia, il Campo venne a trovarsi così aperto, permettendo una prima fuga di quanti, avendone i mezzi, erano in grado di provvedere autonomamente ad allontanarsi dal posto. Una certa solidarietà - afferma la Giziak - veniva dai giovani soldati di guardia, i quali tolleravano le uscite clandestine delle internate per saccheggiare nelle campagne circostanti la frutta e quant’altro potesse attenuare gli stimoli della fame”.

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