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giovedì 7 aprile 2016




Lettere inviate agli internati 
al Campo Fraschette nel  1943


alla baracca n°147 


La busta contiene due lettere



Cara mia Lizika
Per prima cosa ricevi da me i più cari e cordiali saluti e da tutti noi tre insieme. Fino adesso stiamo bene, grazie a Dio, e così auguriamo anche a te. Mi avevi detto che da voi c’ è un terribile caldo, che avete paura di malattie, qui è già successo. Sono morti tre bambini, di Margerjeva due e una di Liza Vančeva, e a Marija sono morti lo zio Fiser, Liza Erdelova, Mica Šuštarjeva. Ma adesso la malattia è già passata, per fortuna è arrivata la pioggia e il mondo si è rinfrescato. Nella mia ultima lettera ti avevo scritto che andremo a falciare l'erba, ma non ci andremo, resteremo a casa. Ema si è fatta male a Bovec, come stai tu? E Liza Mehelova? Qui è come al solito, lavoriamo sempre, per procurarci qualcosa da mangiare d'inverno. Io non raccoglierò le patate, perché così anche tu le potrai raccogliere. Sai che ho tante preoccupazioni, e che non sono capace di risolverle tutte. Nella ultima lettera avevo messo dentro anche la foto. Non so, se avete ricevuto qualcosa. Se avete ancora dei soldi, comprate quello che trovate. Devi forzare anche la mamma a comprare e incoraggiarla . Di soldi ce ne saranno ancora, anche quando noi non ci saremo più. Dici che la zia non ti scrive. Come vuoi che ti scriva, se è sempre lassù a bosco a falciare l'erba. Quando tornerà le dirò di scriverti. Dica a Ana che suo Vasilij ha la posta militare. Penso che si trovi lì vicino dove era prima. A voi scrive ? Per oggi finisco con questa mia brutta scrittura, sai che devo scarabocchiare in fretta. Ricevi i più cari saluti e baci da Marija, Radko , Silvana e dalla madre che mi aveva raccolto i fagioli e li ha venduti ai soldati , ne ho salvati solo un po’. Lei dice che il campo è suo. Cosa vuoi fare zitti e lascia stare. Saluti anche ad Anna, Reza. Siate coraggiosi! Marija



Cara Mamma
Voglio scrivervi di nuovo un paio di righe per farvi sapere che noi tre ci troviamo sempre in buona salute e qui a sempre come al solito, come sempre, esattamente come quando voi eravate a casa. Quando voi avrete tornato a casa, avrete raccolto le patate e anche un po' di fagioli sono già stati raccolti.
Qui si lavora lentamente ogni giorno per produrre qualcosa da mangiare d'inverno.
Ora è venuto il giorno che arrivi Pepi. Per noi non c'è bisogno di preoccuparsi, voi pensate solo a se stessa e comprate quello che vi serve e non risparmiatevi di comprare. Io oggi vi mando tutte le duecento lire entrambe e anche la zia Reza stessa vi manda la stessa somma, le manda anche al papà e a Franco. Io gli avevo gia mandato, perchè piu tardi non so se avro ancora la possibilita di mandare, penso che per adesso vi bastera.

Qui era la malattia, dissenteria , sono morti tre bambini e adesso i soldati avevano disinfettato tutto villaggio, che questa malattia non si diffondera. Ma adesso è gia finita, per fortuna è arrivata la pioggia e anche questa sera piove.
Zia Reza e zio sono andati a Trieste- è arrivato loro figlio. Pepi Tigu vi aveva mandato i cari saluti, uguale per zio Feliks. Ha detto di essere felice perchè si trova bene a Sardegna e che deve avere ancora un po pazienza. Anche Stanko di zia Reza si trova bene sotto le truppe (fermo), pero siate coraggiosi e avete pazienza perche arrivi l'ora che ci avremmo visti. Le zie le mandano tanti saluti, uguale gli zii, specialmente zio Feliks. Lui ha ancora lo stesso numero di posta militare da quando lei era ancora qui a casa. ( mi pare strano che non avete ricevuto la sua posta) Non sa se lei aveva ricevuto l'ultimo pacco; la sua ultima carta postale che avevo ricevuto era quella del diciasei del mese passato. Se potrete scrivere ancora, scrivete. I saluti piu belli dalla vostra figlia Marija, saluti da Rado e Silvana. Vi prego di salutare Mici Muhčeva e tutte altre da Žaga



 doverosi ringraziamenti a:

all' Avv Remo Costantini per la gentilezza con cui condivide con noi la sua collezione

ad ai Sig.ri Zanella e Cuder  per la traduzione


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